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mercoledì 26 ottobre 2011

Il cavallo é un compagno dell'uomo e non un oggetto voluttuario


Siamo qui a denunciare le nuove inique sanzioni studiate dai "tassatori" statali per punire chi ama gli animali... Ora i cavalli sono considerati un “genere voluttuario” e sono entrati nel “redditometro”.
26 novembre 2010 - Paolo D'Arpini (Referente per le Pubbliche Relazioni della Rete Bioregionale Italiana)
Siamo qui a denunciare le nuove inique sanzioni studiate dai "tassatori" statali per punire chi ama gli animali... Ora i cavalli sono considerati un “genere voluttuario” e sono entrati nel “redditometro”.

Proprio in questi giorni sto leggendo l'interessante libro dell'etologa Temple Grandin, La Macchina degli Abbracci, in cui si spiega come un sano rapporto con gli animali sia un elemento indispensabile per il mantenimento di una integrità emozionale. Ciò é vero soprattutto per quegli animali che da tempo immemorabile sono stati vicini all'uomo ed ai quali la nostra civiltà deve buona parte del suo sviluppo. Tra questi esseri c'é il cavallo... senza di esso noi non saremmo quel che oggi siamo. Eppure nella fredda
determinazione impositoria degli esattori fiscali e dei burocrati statali ora la nobile bestia, degna di massimo rispetto, affetto ed amicizia, viene equiparata ad un “bene voluttuario” e pertanto chi possiede un cavallo deve pagare allo stato più tasse... come fosse un possessore consumista, pieno di televisori a colori, macchine sportive, elettrodomestici sofisticati, etc. L'alienazione dalla nostra matrice naturale sta assumendo caratteri sempre più parossistici.. e lo stato invece di risparmiare sulle spese folli e sugli errori di considerazione dei suoi amministratori non trova di meglio che “punire” chi resiste negli ambiti naturali, ovvero chi preferisce mantenere un rapporto sano con la natura e con gli animali.....
Burocrati senza cuore pagheranno il fio delle loro colpe per tentare di distinguere quel che la vita ha unito!

Ecco ora il testo della petizione diramata dalla Segreteria di Horse Angels

IL CAVALLO NON E' UN OGGETTO

Il redditometro considera il cavallo alla pari di un oggetto. E in particolare lo annovera tra gli elementi capaci di dimostrare una capacità contributiva superiore, rispetto al reddito dichiarato. Non differenzia tra i cavalli mantenuti in proprio, a casa, e quei cavalli tenuti in maneggio o circolo ippico.
E soprattutto non tiene in considerazione la differenza fra il cavallo da reddito e il cavallo da affezione.
Invece, sempre più spesso e per fortuna, capita che una persona abbia il cavallo non tanto per gareggiare, e vincere dunque del denaro, e tanto meno per allevarlo e venderlo, da carne o da sport. Ci sono
persone che scelgono di avere un cavallo per amico, e che lo registrano all'anagrafe equina come non destinato alla produzione alimentare.
Il cavallo da compagnia o da passeggiata non produce alcun reddito. E' una spesa. Ma neanche eccessiva quando si sceglie di tenerlo in proprio.
Può darsi che il ministero della finanza sopravvaluti quello che può essere il costo di mantenimento di un cavallo a fine carriera, malato o da passeggiata, tenuto ad esempio a casa propria o presso una pensione. E così facendo di fatto scoraggia la salvaguardia degli equini a fine carriera che hanno dedicato una vita a servire l'essere umano.
Tutto questo per le associazioni animaliste che si battono per ricollocare gli equini, salvandoli dal macello, è assai grave.
Se anche tu pensi che il redditometro, per quanto riguarda il cavallo, vada rivisto e corretto, apponi la tua firma attraverso il link qui sotto.
Grazie, Lo Staff Horse Angels
Ed ora vi sottopongo l'indagine svolta sul tema da parte della nostra Caterina Regazzi, medico veterinario e referente della Rete Bioregionale Italiana per il rapporto uomo animali:
pare che quanto affermato sopra corrisponda al vero e cioè che per chi é proprietario di un cavallo (come per chi é proprietario di una barca, di una seconda casa o abbia alle sue dipendenze una colf o una badante) ci siano dei coefficienti che possono essere applicati per calcolare un reddito minimo e le uniche distinzioni sono "da corsa" o "da sella ".
E' vero comunque che chi possiede un cavallo e che, nonostante tutte le normative sanitarie e di anagrafe che sono state messe in atto negli ultimi anni e che hanno scoraggiato da parte di alcuni alla detenzione di tale animale, ha spese molto diverse a seconda se lo tiene in proprio o a pensione, a seconda dell'utilizzo che ne fa o se lo tiene semplicemente come "animale da compagnia" (ferrature, vaccinazioni, sverminazioni non sono obbligatorie, ma di prassi se l'animale viene tenuto a pensione insieme ad altri animali, magari non dello stesso proprietario) per cui ritengo che sia difficile poter applicare correttamente tali coefficienti.

Inoltre l'amore per gli animali, a volte lo ammetto un po' "distorto" fa si che spesso si preferisca tenere un animale pur costoso come un cavallo piuttosto che fare ad esempio dei viaggi in paesi esotici o acquistare mobili antichi o quadri di valore e che la maniera in cui una persona spende il proprio reddito, purché avvenga in maniera lecita, non dovrebbe interessare il fisco più di tanto. L'evasione fiscale può riguardare persone in tutte le attività, dagli interessi i più svariati.
Inoltre, con l'entrata in vigore della normativa sull'anagrafe equina, il proprietario, all'atto della redazione del "passaporto" del cavallo deve operare una scelta dolorosa ma obbligatoria: l'animale può essere destinato o meno all'uso alimentare umano, e questo comporta doveri diversi, più stringenti nel primo caso (registrazione dei trattamenti farmacologici, divieto di utilizzo di alcuni farmaci).

Gli animalisti potranno inorridire per quello che sto per scrivere, ma proprietari di diversi cavalli, anche semplicemente da "passeggiata", che al momento di fare la scelta hanno scelto di non destinarli all'uso alimentare umano, per non avere obblighi di registrazione ed eventuali controlli da parte della USL, si ritrovano adesso a dover tenere questi animali fino al termine della loro vita....... vi chiederete: e che c'é di strano? Se si decide di tenere un animale bisognerebbe assumersene la responsabilità "a vita" e non trattarlo come un giocattolo, che quando é rotto o non ci piace più, ce ne sbarazziamo.
Sicuramente tutte queste normative potranno contribuire (ma le scappatoie ci sono sempre) a fare in modo che tali scelte siano fatte con maggiore consapevolezza. E' ingiusto quindi punire chi, nonostante tutte le incombenze, l'impegno necessario e le spese che comunque ci sono, decide di tenere questo splendido animale con sé.
Caterina Regazzi

martedì 4 ottobre 2011

Prima lezione Morale



La preghiera di un cavallo

Mio Padrone,
quando sono stanco e sudato, non espormi a correnti d’aria, provvedimi una lettiera asciutta e pulita e, siccome non posso parlarti, dammi regolarmente da mangiare e da bere.
Guarda che l’acqua sia fresca e pulita, ciò mi eviterà la colica ed altre malattie.
Ogni giorno, tienimi pulito, strigliami senza farmi male ed esamina i miei piedi.
Parlami: la tua voce è più efficace del frustino e dello sperone.
Accarezzami sovente, perché io possa imparare ad amarti e servirti meglio.
Non tagliarmi la coda, mi priveresti della mia migliore difesa contro le mosche ed i tafani che mi tormentano.
Controlla bene l’insellamento: mi eviterai le fastidiose fiaccature.
Non battermi, quando io non capisco quello che vuoi, ma fa che io possa intenderti con le buone maniere.
Se mi adombro, non percuotermi, ma pensa che ciò può dipendere da difetto della mia vista.
Se rifiuto di saltare un ostacolo, non accanirti contro di me, accarezzami, riprova, dammi fiducia e salterò.
Quando cado, abbi pazienza, perché non è sempre colpa mia e non aggiungere alle mie sofferenze il dolore delle tue frustate, che aumentano la mia paura e mi rendono nervoso.
Se non sono ferito, rimontami, accarezzami e farò del mio meglio per assecondarti.
Cerca di ripararmi dal sole. Quando fa freddo e sono sudato mettimi una coperta.
Ed, infine, mio buon Padrone, quando il peso degli anni mi impedirà di servirti, non farmi morire di stenti e di dolore, ma fa che io possa vivere i miei ultimi giorni tranquillo e non più legato alla mangiatoia.
Quando puoi, vieni a trovarmi,
                 fammi sentire ancora il calore delle tue carezze,                     
mi renderai felice e,
fiero di te continuèrò sempre a volerti bene.”






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